
La ceramica di Mondovì

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Nel cuore del Piemonte, in provincia di Cuneo, sorge Mondovì, una città dalla storia ricca e affascinante, celebre non solo per la sua bellezza architettonica e la sua posizione strategica, ma anche per una tradizione artistica e manifatturiera di grande pregio: la ceramica.
La ceramica di Mondovì non è un semplice prodotto artigianale, ma un’espressione tangibile di secoli di storia locale, di maestria tramandata di generazione in generazione e di un profondo legame con le risorse naturali del territorio. Dalle rustiche stoviglie da fuoco alle raffinate maioliche decorate, la produzione monregalese ha lasciato un’impronta indelebile nel panorama ceramico italiano, al pari delle ceramiche pugliesi, guadagnandosi un posto di rilievo tra le eccellenze artigianali del Paese.
Dalle fornaci medievali al Settecento floreale
La presenza di fornaci e vasai nel territorio monregalese è documentata fin dal Medioevo. La ricchezza di argille di qualità, unita all’abbondanza di legna per l’alimentazione dei forni e la presenza di corsi d’acqua, creava un ambiente ideale per lo sviluppo dell’arte ceramica. Tuttavia, è a partire dal XVIII secolo che la ceramica di Mondovì vive il suo vero e proprio periodo d’oro, emergendo come uno dei centri di produzione più importanti del Piemonte e non solo.
In questo secolo, l’influenza della ceramica ligure, in particolare quella di Savona, e le tendenze artistiche europee, come il Rococò, iniziarono a permeare le produzioni locali. Le botteghe artigiane di Mondovì, gestite da famiglie storiche di ceramisti come i Besio, i Viglietti, i Fornari e i Bordino, iniziarono a specializzarsi nella produzione di maiolica, una ceramica invetriata e decorata con colori vivaci su una base bianca opaca. Questa evoluzione segnò il passaggio da una produzione prevalentemente utilitaristica a una più raffinata e artistica.
Il secolo d’oro e le caratteristiche distintive
Il XVIII e l’inizio del XIX secolo rappresentano l’apice della produzione monregalese. Le manifatture di Mondovì divennero celebri per diverse tipologie di prodotti e stili decorativi che ancora oggi le contraddistinguono
La maiolica bianco e blu è forse la tipologia più iconica della ceramica di Mondovì. Caratterizzata da una decorazione essenziale e raffinata in blu cobalto su fondo bianco, spesso riprendeva motivi floreali stilizzati, uccelli, paesaggi fantastici o elementi orientaleggianti, influenzati dalle porcellane cinesi e olandesi di Delft. La sobrietà e l’eleganza di questo stile lo resero molto popolare.
Accanto alla raffinatezza del bianco e blu, Mondovì si distinse anche per una produzione più vivace e narrativa, l’istoriato popolare presentava scene figurate, spesso tratte dalla vita quotidiana, da miti o da episodi biblici, ma reinterpretate con un tratto semplice e diretto. I colori erano più vari, includendo giallo, verde manganese e rosso. Queste stoviglie erano destinate a un pubblico più ampio e riflettevano il gusto e le tradizioni locali.
Nonostante l’ascesa della maiolica, Mondovì mantenne una solida tradizione nella produzione di ceramica d’uso comune, in particolare pentole e tegami destinati alla cottura sul fuoco, caratterizzate da una maggiore resistenza al calore e da smalti interni per renderle impermeabili, essenziali nelle cucine piemontesi e rappresentano un importante capitolo della ceramica popolare monregalese.
La materia prima fondamentale era l’argilla locale, estratta da cave vicine, che veniva poi lavorata e raffinata nelle botteghe. Le tecniche di smaltatura prevedevano l’applicazione di una velatura stannifera che conferiva la tipica opacità bianca alla superficie, sulla quale i ceramisti dipingevano a mano libera con ossidi metallici. La cottura avveniva in grandi forni a legna, raggiungendo temperature elevate che fissavano smalti e colori.
Il declino e la necessità di preservare
Con l’avvento dell’industrializzazione nel XIX e XX secolo, e l’introduzione di nuovi materiali come la porcellana e il vetro, la produzione artigianale di maiolica iniziò a perdere terreno. La produzione di massa, più economica e veloce, mise in crisi molte botteghe artigiane. Anche Mondovì risentì di questo cambiamento, e molte delle storiche manifatture chiusero i battenti. L’arte ceramica, pur non scomparendo del tutto, si ridimensionò drasticamente, confinandosi a piccole realtà e alla produzione di oggetti più semplici.
La necessità di preservare questo inestimabile patrimonio culturale e artistico divenne pressante. È in questo contesto che il ruolo del Museo della Ceramica di Mondovì (parte della Rete Museale della Provincia di Cuneo) si rivela fondamentale. Inaugurato nel 2011, il museo è ospitato nel settecentesco Palazzo Fauzone di Germagnano e raccoglie una collezione straordinaria di ceramiche prodotte a Mondovì dal XVII al XX secolo, con particolare enfasi sul periodo d’oro della maiolica.
Attraverso le sue sale, il museo racconta la storia delle famiglie di ceramisti, le tecniche produttive, gli stili decorativi e l’evoluzione sociale ed economica legata a questa arte. È un luogo di studio, conservazione e valorizzazione che permette alle nuove generazioni di comprendere l’importanza di questa tradizione.
La ceramica di Mondovì oggi
Nonostante il declino delle grandi manifatture, la tradizione della ceramica a Mondovì non è mai venuta meno del tutto. Oggi, l’arte ceramica monregalese vive una fase di riscoperta e valorizzazione, grazie all’impegno di artisti, artigiani e associazioni che continuano a lavorare l’argilla e a sperimentare nuove forme e decorazioni, pur mantenendo un forte legame con le tecniche e gli stili del passato.
Diverse botteghe e studi ceramici a Mondovì e nelle aree circostanti portano avanti la tradizione, creando oggetti unici che spaziano dalla ceramica d’arte a quella d’uso quotidiano, spesso reinterpretando i motivi classici con sensibilità contemporanea, e vengono organizzati corsi e laboratori per trasmettere le antiche tecniche e stimolare la creatività, garantendo che questa preziosa arte non cada nel dimenticatoio.