Dieta mediterranea e tumori, il nuovo studio della Fondazione Veronesi e la LUM di Casamassima
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Che la dieta mediterranea sia uno dei migliori regimi alimentari al mondo è ormai cosa certa, basandosi su alimenti freschi e non trasformati, includendo molta frutta, verdura, legumi, cereali integrali, pesce, olio d’oliva e una moderata quantità di vino rosso. Una combinazione di alimenti in grado di contribuire a una dieta equilibrata e nutriente, favorendo uno stile di vita sano e sostenibile.
Gli innumerevoli studi che l’hanno messa a confronto con altri stili e piani alimentari, hanno evidenziato gli innumerevoli benefici derivanti dalla combinazione dei prodotti che la nostra terra ed il nostro mare ci offrono. È stato dimostrato che seguendo la dieta mediterranea si può ridurre il rischio di malattie cardiache e di diabete di tipo 2, migliorare la salute digestiva, aiutare a mantenere un peso sano, contribuire a mantenere la salute del cervello, riducendo il rischio di declino cognitivo e malattie neurodegenerative, e combattere l’infiammazione e lo stress ossidativo, due fattori associati all’invecchiamento e a molte malattie croniche.
A tutti questi pro, se ne aggiunge un altro rilevato dall’ultimo studio sulla materia
Dieta mediterranea e tumori
Ad accendere la luce sulla correlazione tra dieta mediterranea e tumori è stato il Progetto UMBERTO, condotto dalla Piattaforma Congiunta Fondazione Umberto Veronesi ETS e dal Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli (IS), in collaborazione con l’Università LUM “Giuseppe Degennaro” di Casamassima (BA).Il Progetto UMBERTO mira a esaminare il rapporto tra alimentazione e tumori, con un’attenzione particolare alla dieta mediterranea. Gli studi permetteranno di analizzare la dieta mediterranea attraverso approcci integrati di epidemiologia, per comprendere come le caratteristiche degli alimenti possano influenzare il rischio a lungo termine di sviluppare tumori, in particolare al seno, colon retto e prostata, e i determinanti biologici delle abitudini alimentari, come l’infiammazione, l’attivazione dell’emostasi mediata dall’infiammazione e il metabolismo dell’insulina.
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Lo studio in questione è stato condotto su 800 persone adulte di origine italiana di entrambi i sessi con diagnosi di tumori. Il campione è stato seguito per oltre 13 anni, raccogliendo informazioni dettagliate in merito alle loro abitudini alimentari, principalmente ispirate a punti cardine della dieta mediterranea. Dai dati è emersa una maggiore longevità di queste persone rispetto a coloro che, pur avendo le stesse caratteristiche, avevano seguito altri regimi alimentari.
La ricerca è stata pubblicata sulla celebre rivista americana JACC: CardioOncology, una testata scientifica autorevole che si concentra sull’intersezione tra cardiologia e oncologia. Fa parte del gruppo di riviste JACC, tra le più rispettate e citate nel campo della cardiologia.Alla luce dei dati e delle ricerche scientifiche, Marialaura Bonaccio, primo autore dello studio e Co-Principal Investigator della Piattaforma Congiunta Fondazione Umberto Veronesi ETS – I.R.C.C.S. Neuromed presso il Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell’IRCCS Neuromed, ha sottolineato come la dieta mediterranea svolga il ruolo protettivo nella prevenzione primaria di alcuni tumori. Nonostante questo sia ben noto in letteratura, è opportuno condurre ulteriori studi per avere la certezza sui possibili benefici del modello alimentare su chi ha già avuto una diagnosi di tumore.
I pareri degli esperti
L’editoriale
Partendo dal presupposto che grazie alle terapie e le cure disponibili per i pazienti malati di cancro si è allungata l’aspettativa di vita, è di fondamentale importanza comprendere se anche lo stile di vita possa concorrere a tutto ciò e in che modo. Per questo i ricercatori dello studio hanno voluto prendere coscienza sul comportamento della dieta mediterranea in relazione al rischio di mortalità nelle persone che avevano già una storia di tumore al momento dell’ingresso nello studio Moli-sani. Ad oggi i numeri offrono un primo specchietto sull’argomento, registrando un tasso di mortalità più basso del 32% per i pazienti malati che seguono la dieta mediterranea. Tra gli altri risultati riscontrati anche una riduzione del 60% della mortalità legata a problemi cardiovascolari. Da qui la deduzione di Maria Benedetta Donati, Principal Investigator della Piattaforma Congiunta, ovvero come le malattie croniche che all’apparenza possono sembrare molto diverse, tra cui tumori e patologie cardiovascolari, condividono in realtà stessi meccanismi molecolari.Chiara Tonelli, presidente del Comitato Scientifico di Fondazione Umberto Veronesi ETS, ha posto l’accento sulle qualità della dieta mediterranea, partendo dal ruolo cruciale svolto dalle sostanze antiossidanti contenute in frutta, verdura e olio di oliva, tutti prodotti largamente consumati all’interno di questo regime. La chiave di volta potrebbe trovarsi proprio qui, in questi alimenti semplici ma dalle molteplici proprietà.