Sartoria Omega, dal 1923 l’istituzione del guanto napoletano
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Napoli è da sempre riconosciuto come uno dei centri italiani più apprezzati sia a livello nazionale che internazionale. Del resto, come non si può rimanere estasiati dei panorami mozzafiato del capoluogo campano, o perdersi nelle caratteristiche vie dei tanti quartieri del centro storico, apprezzando un patrimonio culturale e storico unico nel suo genere. A questo si aggiunge ovviamente un’offerta culinaria incredibile, tra pizze e sfogliatelle, letteralmente gioielli della tradizione locale e italiana che da soli valgono il viaggio.
Ma Napoli è anche un simbolo della maestria artigianale Made in Italy, con creazioni che vanno dall’abbigliamento alla lavorazione del legno, che sono vere e proprie eccellenze globali, con tradizioni secolari che si tramandano da generazione in generazione, mantenendo intatta l’autenticità e gli antichi insegnamenti degli artigiani che portano avanti con orgoglio le proprie produzioni, frutto di studio, passione, impegno, abilità manuali e scelta di materiali di altissima qualità.
Tra le attività che hanno fatto la storia della città e che rappresentano pienamente l’eccellenza locale troviamo certamente la Sartoria Omega, il punto di riferimento dei guanti a Napoli e non solo.
La storia di Sartoria Omega
A poca distanza dal centro storico, ai piedi della collina di Capodimonte, esiste un quartiere caratteristico e unico per tradizione e folklore napoletano, il famosissimo e popolare Rione Sanità. Camminando per i vicoli di questo gioiellino urbano partenopeo possiamo imbatterci in un laboratorio all’interno del quale il tempo sembra essersi fermato. Stiamo parlando della Sartoria Omega, una delle ultime guanterie esistenti che da oltre 100 anni porta avanti una tradizione artigianale autentica, offrendo ai propri clienti guanti di una qualità che non è possibile ritrovare nelle produzioni moderne e di massa.
Tutto parte dal 1923, anno in cui venne aperta la fabbrica di guanti dagli Squillace e ancora oggi alla quinta generazione è sempre un membro della famiglia a celebrare la maestria in quella che può essere definita a tutti gli effetti un’arte. Alberto Squillace, giovane trentenne, ha preso in mano la gestione di Omega, dopo la prematura scomparsa del papà Mauro, accettando con entusiasmo l’arduo compito di preservare e mantenere intatta la passione, l’amore e l’impegno profusi in oltre 100 anni di storia, con ancora vivi nella mente i momenti della sua infanzia quando era il nonno a condurre l’impresa, e lui, piccolo giocava tra le attrezzature e con gli operai.
E percorrendo il magazzino e il laboratorio della guanteria, che si trova all’interno di un appartamento, non c’è dubbio che l’attuale proprietario stia realizzando perfettamente la propria missione. I macchinari sono quelli dell’epoca, così come i metodi e i processi produttivi, tutti rigorosamente svolti a mano e portati avanti da artigiani esperti e professionisti che forse non esistono più, che lavorano presso la famiglia Squillace da decenni. Un vero e proprio museo che resiste al tempo che passa, in un settore dove è sempre più difficile trovare fabbriche di questo genere, un inno alla tradizione e alle capacità uniche che ci hanno sempre caratterizzato.
L’attenzione al dettaglio, i materiali e la tradizione
Come dicevamo in precedenza, il mestiere di guantaio e le guanterie in generale stanno scomparendo, con le produzioni industriali che stanno inghiottendo tutto, tradizioni e metodi produttivi compresi. Proprio per questo, coloro che resistono ricoprono il difficile ruolo di custodi di una tradizione che deve essere protetta e preservata con impegno e dedizione.
E’ questa la base su cui opera la Sartoria Omega che, come se fossimo ancora nel lontano 1923, nulla ha cambiato dei propri processi produttivi. A partire dalla scelta attentissima dei materiali, selezionando solo pellame di altissima qualità e privo anche del più piccolo difetto, una fase, per questo, condotta da professionisti ed esperti che lavorano praticamente da sempre all’interno della fabbrica. Stesso discorso per la tintura e la cucitura, portati avanti con la stessa cura maniacale e senza l’ausilio di alcuna tecnologia, ma con metodi tradizionali e le sapienti mani delle cucitrici, un patrimonio che nessuno o quasi può vantare.
In aggiunta a questo, come ciliegina sulla torta, ogni step dei 25 passaggi viene eseguito affidandosi solo alla luce naturale, per arrivare a vestire le mani con un guanto realizzato con materiali eccelsi anche per quanto riguarda l’imbottitura.