La realtà virtuale per avvicinare i consumatori ai luoghi di produzione
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Se fino a qualche anno fa la realtà virtuale era ancora considerata una tecnologia futuristica, oggi è diventata una realtà concreta che sta rapidamente invadendo ogni settore della nostra vita, dal gaming all’istruzione, dal turismo al marketing. Negli ultimi anni nella food industry sono stati fatti notevoli passi in avanti, sia nel campo della ricerca, per comprendere come tale funzionalità possa indagare meglio alcuni comportamenti di acquisto, sia nell’utilizzo della tecnologia da parte delle aziende per costruire un senso di fiducia maggiore con i clienti. Un nuovo modo per interagire e relazionarsi con i consumatori, promuovere prodotti, servizi e regalare ai consumatori esperienze uniche e innovative.
Cos’è la realtà virtuale
Per realtà virtuale si intende un mondo digitale, creato attraverso i computer, dove è possibile interagire con oggetti o cose e muoverci nello spazio come se fosse un ambiente reale. L’ambiente virtuale è soggetto a delle variazioni che si distinguono in base al grado di immersione e di presenza.
Livelli di coinvolgimento
L’immersione, considerata come un fattore oggettivo, consiste nella tipologia di illusione in cui si viene catapultati e dipende dal design del sistema o dell’applicazione della realtà virtuale. Il livello maggiore di immersione si ottiene con l’uso di visori HMD, ossia dei caschi con display montati sulla testa, oppure con sistemi CAVE, stanze a forma di cubo con proiettori diretti sulle pareti e occhiali 3D.
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In tali circostanze gli utenti sono isolati dall’ambiente esterno e sperimentano completamente l’ambiente virtuale interagendo con esso. Nei sistemi semi-immersivi, ad esempio i video wall, l’ambiente sterno non è totalmente escluso dai fruitori. Infine, nei sistemi a bassa immersività si ha la consapevolezza di rimanere in un ambiente reale. Un esempio sono i classici videogiochi. La presenza è invece la parte soggettiva dell’immersione, ossia come è percepita dai partecipanti. In generale, il livello di immersione è condizionato dalla possibilità d’interazione con l’ambiente e con gli oggetti generati dalla realtà virtuale, dalla possibilità o meno di muoversi liberamente nello spazio, dalla qualità e vividezza del contenuto generato e dalle modalità sensoriali a esse connesse, come gusto, udito, olfatto. Sono poi l’unione di presenza e immersione che definiscono in maniera soggettiva e oggettiva quanto una realtà virtuale possa essere coinvolgente e realistica.
La realtà virtuale nel marketing
Numerosi studi sulla tecnologia sono stati condotti per indagare i comportamenti dei consumatori e le scelte di acquisto. Da questi è emerso come la realtà virtuale possa essere utilizzata per influenzare la percezione e valutazione dei prodotti alimentari, una dinamica utile anche per lo sviluppo e la commercializzazione di nuovi prodotti da lanciare sul mercato, ma soprattutto per risparmiare tempo e costi. Nella fattività, la realtà virtuale applicata al marketing commerciale mira a cambiare totalmente l’esperienza di acquisto rendendola viva e reale, ricreando condizioni che talvolta sarebbero impossibili da presentare ai consumatori.
Conosciamoci meglio
Nel corso degli ultimi anni, i consumatori sono diventati sempre più attenti alla qualità e alla provenienza degli alimenti che acquistano e dei rischi legati alla produzione industriale, come l’uso di pesticidi, conservanti e additivi. Tali abitudini hanno spostato i fruitori verso acquisti basati su una ricerca di prodotti più sani e sostenibili. In questo contesto, per la food industry è diventato cruciale farsi conoscere, parlare dei propri metodi, degli ingredienti utilizzati, delle proprie terre e delle loro politiche ambientali. Quale modo migliore, dunque, se non quello di portare i propri clienti all’interno delle proprie aziende per fargli virtualmente vedere ciò che fanno, costruendo così un vero rapporto di fiducia basato sulla trasparenza?
Assaporare l’esperienza
Project Nourished è un programma molto in interessante, opera di un’azienda di Los Angeles leader nello sviluppo di esperienze culinarie. Una rivoluzione applicabile a più campi come nel turismo gastronomico, nella ristorazione immersiva, nella gestione di diete, allergie o diabete e tanto altro ancora. Il funzionamento è molto semplice.
L’editoriale
I commensali indossano il visore VR e vengono trasportati in un ambiente virtuale, un diffusore aromatico rilascia aromi che corrispondono al pasto che stanno consumando, il trasduttore a conduzione ossea riproduce i suoni della masticazione, l’utensile giroscopico consente ai commensali di maneggiare il cibo virtuale in modo realistico ed infine, il cibo stampato in 3D insapore dà ai commensali la sensazione di mangiare un vero pasto. In pratica, attraverso questa tecnologia è possibile gustare qualsiasi tipo di piatto ovunque si voglia. Un’esperienza in grado di coinvolgere tutti i sensi e lasciare impresso un ricordo profondo.
Un progetto fuori dal comune anche quello operato da Guinness all’interno della catena di supermercati Tesco. L’azienda ha posizionato nei punti vendita alcuni virtual headset attraverso i quali i clienti potevano sedersi e lasciarsi guidare in un percorso di degustazione con il patron del noto marchio. Oltre ad un video immersivo, l’esperienza è stata ampliata attraverso l’uso di un bicchiere intelligente in grado di regolare gli stimoli sensoriali basandosi sui movimenti. Idea originale per distinguersi dalla concorrenza ed invogliarli a provare la propria birra.
Scoprire i luoghi di produzione
L’unione dello storytelling, tecnica di comunicazione ampiamente adotta nel mondo del marketing, e della realtà virtuale, sta diventando sempre più popolare tra le aziende che intendono farsi conoscere e raccontare la propria storia. Vediamone qualche esempio.
Patron è un’azienda di tequila messicana che ha deciso di creare un’esperienza di realtà virtuale per raccontare i processi di produzione dei propri prodotti. L’impresa si racconta attraverso il viaggio di un’ape dove, tra volo e l’altro, vengono mostrati i metodi di lavorazione dell’agave, pianta alla base del liquore. Così ha creato un video in 3D da vedere con un visore e delle speciali cuffie che ha poi proposto durante gli eventi per la festo del 5 maggio.
Vanini, marchio Icam e produttore di cioccolato, ha lanciato un packaging interattivo per far conoscere ai consumatori i protagonisti della filiera del cacao. Un viaggio virtuale in Amazzonia per scoprire le storie di tre coltivatori, una guida alla via del cacao per approfondire i processi che partono dalla piantagione e arrivano a confezionare le tavolette di cioccolato, e la possibilità di piantare un seme di cacao e accudirlo nel tempo. Il tutto inquadrando il codice QR sulle confezioni dei prodotti.
Anche Banfi ha sviluppato una app per far conoscere il suo Brunello di Montalcino. Come per Vanini, inquadrando l’etichetta della bottiglia si viene catapultati in un tour tra i vigneti e le cantine dove esplorare l’ambiente circostante, conoscere la produzione del Brunello e la storia dell’azienda.
In tutti questi casi la realtà virtuale ha offre un’opportunità entusiasmante per innovare e creare nuove esperienze per i consumatori, trasferendo loro l’importanza delle produzioni e la qualità dei prodotti. Concetti che non appartengono più al futuro ma sono sempre più costanti nella nostra quotidianità. Un binomio che siamo certi continuerà a crescere e regalare nuove emozioni.