L’allarme frodi nell’olio di oliva in Unione Europea
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L’olio d’oliva, in particolare quello extravergine, è ormai vittima di una piaga crescente: le frodi e le contraffazioni. In particolare, nel primo trimestre del 2024, l’Unione Europea ha registrato un allarmante aumento delle segnalazioni di irregolarità, con un balzo da 15 a 50 casi rispetto al 2018.
La combinazione di eventi climatici estremi e dell’impennata dei prezzi ha reso questo prodotto, di cui l’Italia è uno dei maggiori ambasciatori d’eccellenza mondiali, particolarmente appetibile per i truffatori. L’esempio del prezzo dell’olio extravergine di Jaén, la capitale dell’oro verde spagnolo, è emblematico: in soli cinque anni, il costo è più che triplicato. Tra le irregolarità segnalate, figurano etichette false, oli adulterati e prodotti contaminati. L’Italia, la Spagna e la Grecia sono le nazioni più colpite, con rispettivamente 54, 41 e 39 notifiche.
I dati delle frodi del settore olivinicolo europeo
I dati riportati dal giornale britannico The Guardian, basati su informazioni fornite dall’Unione Europea, rappresentano solo la punta dell’iceberg. Si tratta infatti dei soli casi segnalati dai singoli Stati membri e non includono le frodi rilevate a livello nazionale. Questo significa che il problema delle frodi sull’olio d’oliva è probabilmente molto più diffuso di quanto le statistiche ufficiali indicano. Le analisi condotte hanno rivelato una vasta gamma di irregolarità: dall’adulterazione con oli di qualità inferiore all’etichettatura ingannevole, fino alla contaminazione da sostanze nocive, come accaduto di recente nella lontana Cina. In alcuni casi, sono stati addirittura trovati frammenti di vetro nel prodotto finale. L’aumento dei controlli a seguito delle nuove norme europee del luglio 2022 potrebbe aver contribuito a portare alla luce un numero maggiore di comportamenti fraudolenti.
In Italia, le autorità hanno sferrato un duro colpo ai soggetti truffaldini. Ad esempio, nel 2023, l’ICQRF (Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agro-alimentari) ha sequestrato oltre 380 tonnellate di prodotti oleosi contraffatti, per un valore di oltre 2 milioni di euro. Le indagini hanno messo in luce una diffusa pratica di etichettatura ingannevole, con oli venduti come extravergine pur non corrispondendo a tale qualità. Anche i Carabinieri e, in Spagna, la Guardia Civil, hanno svolto un ruolo fondamentale, scoprendo numerosi casi di adulterazione e sequestrando ingenti quantità di olio contraffatto, come nell’operazione ‘Omegabad’ che ha coinvolto diverse regioni.
I consigli per acquistare olio non contraffatto
Proprio in virtù della diffusione di tali pratiche, i consumatori dovrebbero avere particolare cura nell’acquisto dell’olio d’oliva, seguendo alcuni consigli pratici per evitare di cadere vittime di truffe.
Il primo passo è sicuramente quello di leggere attentamente l’etichetta, verificando che quest’ultima riporti chiaramente la menzione “extravergine” e le indicazioni sulla provenienza dell’olio (DOP, IGP, biologico, ecc.), oltre a controllare ovviamente la data di scadenza e il lotto di produzione. In quest’ottica bisogna evitare prodotti con etichette vaghe e incomplete che non contengono indicazioni precise sull’origine geografica, la varietà di olive utilizzate o i metodi di produzione.
Altro consiglio da tenere a mente è quello di evitare gli oli sfusi o in contenitori aperti, che possono essere stati facilmente manomessi, scegliendo confezioni intatte e sigillate dal produttore, preferibilmente in vetro scuro per proteggere l’olio dalla luce. Al riguardo si dovrebbe acquistare quindi da fonti affidabili, rivolgendosi a produttori locali, enoteche specializzate o supermercati di fiducia, diffidando da discount, mercatini o da venditori improvvisati, che potrebbero offrire prodotti contraffatti o adulterati, anziché da rivenditori specializzati o produttori che possono offrire garanzie sulla provenienza e sulla genuinità del prodotto.
Per poter capire se stiamo davvero scegliendo un olio di alta qualità, bisogna ovviamente valutare le caratteristiche organolettiche. In questa fase, prima dell’acquisto, si dovrebbe annusare e assaggiare una piccola quantità di olio per verificarne il profumo, il sapore e la freschezza, ma anche l’aspetto e la consistenza. Se l’odore e il gusto risultassero sospetti, con sentori rancidi, di frittura o di altri grassi, potrebbero essere chiari segnali di adulterazione. Un olio buono, infatti, si contraddistingue per i tipici profumi fruttati, erbacei e piccanti a seconda della provenienza regionale. Allo stesso modo, se il colore è troppo intenso o troppo chiaro, con una torbidezza eccessiva o presenza di sedimenti e una consistenza troppo fluida e troppo densa, è consigliabile rinunciare all’acquisto.
Ultimo elemento da verificare è quello relativo al prezzo, prestando massima attenzione a prezzi estremamente bassi, che potrebbero segnalare un prodotto non genuino. Una buona pratica è quella di confrontare i prezzi medi di mercato per l’olio extravergine d’oliva di qualità, evitando quelle offerte che sembrano essere “troppo belle per essere vere” e che, per questo, dovrebbero insospettire subito il consumatore.