I presepi di San Gregorio Armeno
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È dei luoghi più famosi ed iconici di Napoli, rinomato per l’eclettico artigianato che contraddistingue la città e per la particolare vendita durante tutto l’anno di oggetti che generalmente vengono utilizzati solamente solo durante il Natale. Parliamo di San Gregorio Armeno, conosciuta a livello mondiale anche come “la via dei presepi”. Le botteghe dei mastri presepai sono una delle maggiori attrazioni turistiche per chiunque visiti la città partenopea, immancabile meta per chi desidera portare a casa un pezzo di artigianato unico.
San Gregorio Armeno è il posto giusto dove poter trovare personaggi storici per la composizione del presepe a quelli più eclettici per crearne una rivisitazione personale. Di certo è un lugo dove far tappa durante un week end a Napoli, anche solo per ammirare la bellezza delle vie e delle sue variegate botteghe, incastonate tra muri che hanno fatto la storia della città.
Il presepe per Napoli
Colui che meglio è riuscito a spiegare l’essenza del presepe per Napoli ed i napoletani è indubbiamente Luciano De Crescenzo, celebre scrittore, regista, attore nato a Napoli.
Secondo De Crescenzo, il presepe è una tradizione profondamente radicata nella cultura napoletana, rappresentando non solo un simbolo religioso, ma anche un modo per esprimere l’identità della città. Nel presepe napoletano, oltre alle figure classiche della Natività, vengono spesso inseriti personaggi del quotidiano, come artigiani, pastori, venditori, e questo riflette la realtà e l’umanità della vita quotidiana. Il presepe, per lui, è quindi una rappresentazione della vita vissuta, con un forte legame con la comunità e la famiglia. L’albero di Natale, invece, per De Crescenzo rappresenta una tradizione più moderna e meno radicata nella cultura napoletana, spesso associata a un’influenza nordica o internazionale. Mentre il presepe è statico e rappresenta una scena specifica legata alla nascita di Gesù, l’albero è più decorativo, simbolo di festa e gioia natalizia, ma non ha lo stesso valore emotivo e simbolico per la cultura popolare napoletana.
In uno dei suoi discorsi più celebri, tratto dal libro Così parlò Bellavista e successivamente dall’omonimo film, De Crescenzo ironizzava sul fatto che il presepe fosse una tradizione più “meridionale”, mentre l’albero fosse una moda più “nordica”, suggerendo che chi sceglie l’albero rispetto al presepe spesso si lascia influenzare dalla modernità e dalle tendenze internazionali, piuttosto che dalle radici profonde della cultura locale.
E conclude: «Come si fa a riconoscere se un uomo è o non è un uomo di libertà? È semplicissimo: l’uomo di libertà preferisce l’albero di Natale, l’uomo d’amore invece preferisce il presepe».
Le origini della via dei presepi
Via San Gregorio Armeno si trova nel centro storico di Napoli. È situata nel quartiere Spaccanapoli, tra Via dei Tribunali e Spaccanapoli stessa.
La storia della celebre “via dei presepi” ha radici antichissime che risalgono all’epoca classica. Già in epoca greco-romana, il luogo era noto per la presenza di un tempio dedicato a Cerere, la dea della fertilità, dove i fedeli portavano offerte votive, come piccole statuette. Un’usanza che potrebbe aver gettato le basi per la successiva tradizione artigianale legata al presepe.
La tradizione del presepe napoletano risale invece al XVIII secolo, durante il periodo del regno dei Borbone. Fu in questo periodo che la rappresentazione della Natività, originariamente una tradizione religiosa, si trasformò in una vera e propria forma d’arte. L’usanza di realizzare presepi si diffuse non solo nelle chiese, ma anche nelle case delle famiglie nobili napoletane. Col tempo, gli artigiani locali iniziarono a specializzarsi nella creazione di figure per presepi, dando vita a una vera e propria economia basata su questa tradizione.
La strada divenne celebre grazie a queste botteghe artigianali, dove ancora oggi vengono realizzati e venduti presepi e figure in terracotta, spesso personalizzate. La caratteristica più affascinante del presepe napoletano è la sua capacità di fondere il sacro con il profano, includendo personaggi della vita quotidiana accanto alla Natività.
San Gregorio Armeno è diventata famosa a livello internazionale soprattutto a partire dal XX secolo, grazie alla crescente popolarità del presepe napoletano. La via è oggi considerata il cuore pulsante di questa tradizione, un luogo in cui si respira ancora l’atmosfera dell’artigianato di una volta. Il periodo migliore per visitare Via San Gregorio Armeno è senza dubbio durante la stagione natalizia, tra fine novembre e l’inizio di gennaio. In questo periodo, la strada si anima di visitatori, luci e decorazioni natalizie, offrendo uno spettacolo unico. Le botteghe espongono le loro creazioni più belle, e c’è un’atmosfera festosa e magica. Se si vuole evitare la folla, la via è visitabile durante tutto l’anno, quando è possibile apprezzare l’arte dei presepi con più tranquillità e vedere gli artigiani al lavoro.
Le statuine simbolo di Napoli
Al centro di ogni presepe c’è la rappresentazione della Sacra Famiglia: Gesù Bambino, Maria e Giuseppe. Gesù, spesso raffigurato in pose diverse, viene collocato nella mangiatoia solo la notte di Natale, accompagnato da Maria e Giuseppe, entrambi in contemplazione del neonato. Queste statuine, simbolo della Natività, sono le prime che ogni appassionato del presepe napoletano cerca di acquistare. Un altro must sono i Re Magi, raffigurati con ricchi abiti e in atteggiamenti solenni, mentre portano in dono oro, incenso e mirra. Sempre parlando del classico presepe, non possono mancare il bue, l’asinello e le pecorelle, che accompagnano la Sacra Famiglia nella stalla. Animali che simboleggiano la semplicità e l’umiltà della nascita di Gesù e arricchiscono il paesaggio con dettagli che riportano alla campagna.
Tra le figure più emblematiche spicca Benino, il pastore addormentato. Simbolo dell’attesa e del sogno, Benino è uno dei personaggi più affascinanti e ricchi di significato del presepe partenopeo. Secondo la tradizione, il suo sonno rappresenta la speranza e il desiderio di redenzione.
Figura profana e simbolo di gioia, Ciccibacco porta con sé il vino e l’allegria della vita. Spesso raffigurato con una bottiglia in mano, è uno dei personaggi che testimonia l’integrazione tra sacro e quotidiano, tipica del presepe napoletano.
Una delle caratteristiche più affascinanti del presepe napoletano è la presenza di artigiani e figure di mestiere. Il pizzaiolo, il pescivendolo, il ciabattino e il macellaio sono solo alcune delle statuine che rappresentano la vita quotidiana di Napoli. Inserire questi personaggi nel presepe significa celebrare il lavoro e le tradizioni locali.
La maschera più famosa di Napoli, Pulcinella, non può mancare. Simbolo della città e della sua cultura, la figura di Pulcinella aggiunge un tocco di spirito partenopeo al presepe, con il suo costume bianco e la maschera nera.
Molto importante nel presepe napoletano il venditore di castagne o ‘o castagnaro, figura che richiama l’atmosfera invernale e i mercati popolari. La sua presenza nel presepe è un omaggio alla tradizione culinaria napoletana e alle strade animate della città durante il periodo natalizio.
Infine, i musicanti, con tamburi e zampogne, portano allegria all’interno del presepe e la musica popolare, un elemento fondamentale per la città che va a completare l’atmosfera festosa della scena.Negli ultimi anni, la tradizione del presepe napoletano ha accolto anche elementi moderni. Gli artigiani di San Gregorio Armeno creano statuine che raffigurano personaggi famosi e contemporanei, dai calciatori come Maradona a politici o celebrità. Una sorta di innovazione capace di rendere il presepe una rappresentazione viva e in continuo dialogo con l’attualità.