La festa di Sant’Agata a Catania
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L’unicità e la bellezza senza tempo dell’Italia non si manifesta unicamente nella ricchezza del nostro patrimonio storico, culturale e paesaggistico che non ha eguali in tutto il Mondo, ma anche per le nostre tradizioni che affondano le radici in epoche lontane ma che vengono preservate e portate avanti ancora oggi con assoluta cura e impegno incondizionato.
Tra i simboli che meglio riassumono questo nostro amore per la tradizione ci sono sicuramente le feste patronali che in ogni angolo della Penisola rappresentano un momento di grande raccoglimento e solennità, durante il quale il sacro si mescola col profano, per un’esperienza indimenticabile per chi partecipa e un appuntamento immancabile per la cittadinanza.
Quando parliamo di Sicilia, il calendario è ricco di eventi di questo genere e se a Palermo c’è il famosissimo Festino di Santa Rosalia, a Catania non si può non citare l’altrettanto nota Festa di Sant’Agata.
La storia della Festa di Sant’Agata
La Festa di Sant’Agata a Catania è una delle festività religiose più importanti e suggestive d’Italia. Questa celebrazione, dedicata alla patrona della città, attira ogni anno migliaia di fedeli e turisti, testimoniando una profonda devozione e un ricco patrimonio culturale della città dell’Elefante.
La festa ha origini antiche, risalenti al XVII secolo, quando la sua celebrazione iniziò a prendere forma. Sant’Agata, martire cristiana vissuta nel III secolo, è venerata come protettrice di Catania e simbolo di speranza e protezione per i cittadini. Secondo la tradizione, la festa si svolge il 5 febbraio, giorno della sua morte, ma le celebrazioni iniziano diversi giorni prima e continuano fino al 12 febbraio, data della cosiddetta Ottava della Festa, che ogni catanese conosce.
Sant’Agata viene celebrata anche il 17 agosto, in ricorrenza del ritorno a Catania delle spoglie della Santa che erano state trafugate e portate a Costantinopoli come bottino di guerra dell’esercito bizantino.
Nel corso dei secoli si sviluppò in un contesto di grande devozione popolare, in risposta a eventi calamitosi e storici che colpirono la città, come le eruzioni dell’Etna, le due pesti e le invasioni e saccheggi di eserciti stranieri, con la protezione di Sant’Agata che divenne un faro di speranza per la comunità, portando a una crescente partecipazione dei fedeli.
Essa rappresenta non solo un momento di coesione per la comunità, unendo persone di diverse età e background in una celebrazione comune dell’identità cittadina, ma anche un forte impulso economico locale, con ristoranti, alberghi e negozi che beneficiano dell’afflusso di visitatori, divenendo un’opportunità per promuovere l’artigianato e i prodotti tipici siciliani.
Cosa si fa durante la festa di Sant’Agata
La Festa di Sant’Agata è caratterizzata da una serie di tradizioni che coinvolgono la comunità in un’esperienza collettiva di fede e cultura. Tra le più significative troviamo sicuramente la processione del fercolo, sicuramente l’evento centrale della celebrazione.
Il grande reliquario che ospita le reliquie di Sant’Agata il 5 febbraio di ogni anno attraversa le strade di Catania, accompagnato da migliaia di devoti, adornato con fiori e candele, creando un’atmosfera di grande emozione e spiritualità.
Stesso discorso per le famosissime candelore, simbolo della Festa, grosse costruzioni in legno con grandi ceri decorati con fiori e simboli religiosi, portate in processione da diverse corporazioni e gruppi di devoti. Ogni candelora rappresenta un mestiere o una confraternita, e il loro trasporto è considerato un onore e sinonimo di unità e solidarietà tra i cittadini.
I fuochi d’artificio rappresentano un altro momento clou della festa. Al termine della processione, esplosioni di colori illuminano il cielo sopra Catania, creando un’atmosfera di festa e gioia, simboleggiando la liberazione dalle sofferenze e l’inizio di una nuova vita.
Come detto in precedenza, l’evento non si limita alla processione del 5 febbraio. Le celebrazioni iniziano giorni prima con appuntamenti religiosi e culturali, come la messa solenne presso l’omonima Cattedrale dove sono conservate le reliquie della “Santuzza”.
Inoltre, durante la settimana vengono organizzati concerti, spettacoli e manifestazioni culturali che celebrano la tradizione musicale e artistica della città e che per la prossima edizione 2025 vedrà come tema centrale il Giubileo.
Ovviamente non mancano le eccellenze locali, con le vie di Catania che si animano con mercatini che offrono prodotti del territorio, dolci tradizionali come le “olivette” (a forma di oliva, un classico della Festa) e piatti tipici della cucina siciliana.
Chi era Sant’Agata
Sant’Agata nacque a Catania intorno al III secolo. Secondo la tradizione, era una giovane cristiana di grande bellezza e virtù, proveniente da una famiglia nobile catanese. La sua fede la portò a rifiutare le avances del governatore romano Quinziano, che la fece arrestare e torturare per la sua resistenza e per non aver abiurato, seguendo anche le direttive dell’allora imperatore Decio, protagonista di pesanti persecuzioni nei confronti dei seguaci del Cristianesimo.
Sant’Agata subì diverse atrocità e tentativi di “corruzione”, tra cui la mutilazione del seno e la partecipazione a ritrovi dionisiaci, fu fustigata e gettata sui carboni ardenti e infine martirizzata nel 251 d.C. La sua determinazione e il suo coraggio di fronte alla persecuzione la resero un simbolo di fede per la comunità cristiana, non solo per la Chiesa cattolica ma anche per quella ortodossa e quella anglicana ed è una delle martiri più venerate della storia.
La venerazione per la Santa iniziò subito dopo il suo martirio, quando i cristiani locali iniziarono a onorarne la memoria e a chiedere la sua intercessione. Secoli più avanti, la sua figura divenne un simbolo di protezione contro le calamità, in particolare durante eventi disastrosi, come le epidemie di peste e l’eruzione dell’Etna, assumendo un ruolo centrale nella vita religiosa dei catanesi.